
Solo negli ultimi decenni siamo tornati a comprendere l’importanza e il valore del relax. Probabilmente la fine del secondo millennio ha coinciso con l’esaltazione dell’iperattività e del superlavoro, dell’idea cara a Stachanov che non ci fosse niente di più esaltante che dedicarsi fino allo sfinimento alle attività produttive, qualsiasi fosse ciò che dovessimo produrre o realizzare. Si era sostanzialmente diffusa l’idea che tutto dovesse andare veloce e che la vita lavorativa tanto nella concezione marxista – dove il lavoro rappresenta lo strumento di riscatto sociale – quanto in quella capitalistica – dove è metodo di produzione della ricchezza e quindi affermazione sociale – fosse centrale rispetto ai desideri e alle aspettative delle persone.
Questa visione culturale che ha attraversato il ‘900 fino al suo epilogo è andata lentamente ridimensionandosi giungendo a comprendere il valore di ciò che i romani indicavano come il tempo libero dagli affari – negotia – per dedicarsi ad occupazioni altrettanto importanti riguardanti lo studio o la meditazione – otium letterarium – per il soddisfacimento delle proprie necessità personali, fisiche ed intellettuali. Per quanto schematiche e sintetiche, tali considerazioni possono consentirci di comprendere meglio l’attualità del pensiero di Bertrand Russell espresso nel saggio “Elogio dell’ozio“, dove si sottolinea il valore del sapere e della conoscenza rispetto alle attività pratiche. Tali orientamenti culturali hanno una enorme importanza sia nella definizione delle caratteristiche e delle opportunità offerte dallo spazio domestico, sia rispetto alle scelte politico strategiche in ambito urbano nel definire le priorità e quindi le infrastrutture dedicate alle necessità sociali. Inoltre, anche in ambito privato, lo sviluppo di una economia derivata dalla realizzazione di luoghi dedicati al tempo libero, la meditazione, lo studio – anche fuori dai perimetri formativi tradizionali – la cura del corpo e la ricerca del benessere in genere, rappresenta la naturale conseguenza di una domanda crescente di architetture e spazi che siano in grado di consentire un miglioramento delle condizioni di vita degli individui seguendo la ricerca di un abitare confortevole di cui si percepisce, in particolare dopo la recente crisi pandemica, tutta l’importanza. Lo specchio del cambiamento di orientamento dei desideri degli utenti è rappresentato dalle infrastrutture termali, un tempo costruite per finalità prevalentemente sanitarie, oggi viceversa sviluppate quasi esclusivamente nell’accezione di luoghi dedicati al benessere e al relax psico-fisico. Ma tutto l’ambito del design è attraversato e interessato – non potrebbe essere altrimenti – da visioni culturali che confermano la ricerca di un benessere psico-fisico che si riflette direttamente nelle aspettative di durata della vita, di cui, all’opposto del relax vi è lo stress, il peggior nemico in qualsiasi studio sulla logevity.
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