Design/Food/Food/Design
Da quando nella cucina oltre la semplice necessità di nutrirsi è entrata, con la ricerca del gusto, la conquista del piacere estetico, abbiamo iniziato ad introdurre attorno al cibo concetti che rimandano direttamente al mondo dell’arte. In fondo immaginare un piatto significa rispondere alla necessità di un progetto e di una visione che si consolida con la pratica della composizione, una disciplina che è il fondamento di molte arti tra cui la musica, la pittura, l’architettura. Il termine è quanto mai intrinseco ad ogni pietanza giacché composizione deriva dal latino ‘componere‘, cioè letteralmente mettere assieme ingredienti diversi per addivenire ad un risultato soddisfacente sul piano del gusto.Già queste brevi considerazioni sarebbero sufficienti per comprendere come tra cibo e design sussistano concreti elementi di interdipendenza che muovono dalla ricerca estetica del piatto (food design) che conquista anche per la sua bellezza e piacevolezza di disegno, fino alla ricerca estetica dei luoghi in cui l’esperienza del cibo si compie. Spazi, ambienti, fino ai più minuti oggetti per la tavola, che evidentemente completano e arricchiscono il compiacimento per un rito, quello del mangiare, che come l’abitare rimane indissolubilmente legato alla vita delle persone. La ricerca dell’eccellenza in entrambi questi ambiti conduce all’estrema attenzione ai dettagli, al dosaggio dei particolari, all’equilibrio dei colori, della luce, così come degli odori e dei sapori. Rimane indubitabile che il disegno e le caratteristiche dell’ambiente in cui si gode il piacere di un pasto hanno una determinante influenza sulla condizione eperienziale complessiva incidendo considerevolmente sul giudizio finale che lega cibo e design. In particolare all’architetto spetta il compito di concepire la cornice dentro cui si svolge la ritualità del pranzo e della cena cercando di trovare un nesso identitario tra il tipo di ristorante e di cucina con il disegno complessivo dello spazio dosando, al pari dello chef, gli elementi specifici che conferiscano un grado di coinvolgimento emotivo coerente con le finalità previste. Evidentemente il rapporto tra contenitore e contenuto, deve essere dominato dall’equilibrio ma anche da una consonanza di intenti per cui si deve stabilire tra cucina e interior design una specie di fratellanza dominata da toni congruenti, obiettivi comuni, espressioni sincrone. In caso contrario mancherebbe l’armonia, elemento indispensabile per elevare il gusto sotto ogni punto di vista.
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