Architettura come sfida

L‘architettura, come disciplina e come opera realizzata, si è costantemente confrontata con la tecnologia delle costruzioni utilizzata come strumento indispensabile per la realizzazione di spazi abitabili immaginati attraverso il pensiero. Talvolta capacità tecniche e nuovi materiali hanno liberato, oppure condizionato, opportunità espressive finalizzate a narrazioni che comunque sono frutto di obiettivi ricercati dall‘autore. L‘idea di compiere una riflessione sul tema dell‘“Architettura come sfida“ riprende il titolo di una mostra, realizzata al MAXXI nel 2010, dedicata alla figura di Pier Luigi Nervi, con l‘intento però di comprendere quanto l‘obiettivo finale del progetto sia cambiato nel tempo aprendo di volta in volta scenari nuovi e complessi in risposta alle esigenze del vivere contemporaneo.

Le sfide che il progetto ha affrontato nei secoli sono in realtà sempre diverse, e se per i curatori della mostra citata – Tullia Ioli e Sergio Poretti – l‘intento era narrare le visioni di un ingegnere che ha saputo combinare arte e scienza, immaginazione e capacità tecnica, occorre sottolineare che tali finalità sono costantemente cambiate nel corso del tempo attraversando il rigore del Rinascimento, la teatralità del Barocco, il pragmatismo estetico e funzionale del Moderno.

Il saggio di Joseph Giovannini, che precede la selezione dei progetti presentati, sottolinea, compiendo una riflessione storica nel mondo delle arti dello scorso secolo, come anche l‘architettura abbia raggiunto talvolta una condizione di “irrazionalità costruttiva“, spingendosi verso soluzioni innovative al limite del pensabile. Come se l‘obiettivo della sfida del progetto fosse incentrata sulla ricerca dello stupefacente, dell‘eccezionalità, introdotta da un pensiero mirato alla de-costruzione dell‘opera indipendentemente da qualsiasi considerazione di carattere etico ed economico.

Certamente oggi l‘architettura affronta sfide diverse e compie riflessioni che non possono non risentire dei cambiamenti sociali, ambientali, climatici e demografici che condizionano la vita a livello globale, imponendo riflessioni e ricerche spinte anche all‘interpretazione e alla valorizzazione delle differenze e delle identità oppresse da una condizione di generale standardizzazione dei modelli di vita. Per questa via lo studio inerente l‘innovazione tecnologica e dei materiali è necessariamente condizionato dalla ricerca del risparmio energetico negli edifici come risposta alle tematica dei cambiamenti climatici e del consumo delle risorse non riproducibili, prima fra tutti il suolo. Parimenti sul piano formale gli studi più interessanti riguardano quelle opere che pongono al centro la salvaguardia di patrimoni culturali ed espressivi delle singole comunità locali con l‘integrazione di elementi naturali nell‘ambiente costruito, evidenziando i benefici sia ambientali sia psicologici. Questo approccio olistico, che considera l‘impatto sociale e ambientale dell‘opera una componente decisiva della sua dimensione etica ed estetica, rispecchia una visione dell‘architettura che cerca di realizzare un equilibrio tra natura, funzionalità e responsabilità sociale, sottolineando l‘importanza di un comportamento più consapevole e adattivo nell‘architettura contemporanea.

 

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