Rivista internazionale di architettura e arti del progetto novembre/dicembre 2020
La voce delle donne, la voce dell‘architettura contemporanea
Questo numero di Area è dedicato interamente alle donne in architettura. La decisione editoriale è stata ampiamente discussa in quanto eventuali obiezioni risultano scontate: non si tratta forse di classificare il mondo femminile con il rischio addirittura di una devalorizzazione? Inoltre, appare superfluo dedicare un numero agli uomini, dunque, alla luce di una parità di genere, perché dedicarne uno alle donne? La risposta che intende fornire Area a queste eventuali obiezioni è la convinzione dell‘inutilità di un numero dedicato ad architetti uomini in quanto nulla aggiungerebbe ad un tipo di narrazione che va avanti da secoli. Al momento la disparità di genere nel nostro settore – come in tutti – esiste, dobbiamo prenderne atto ed individuare strategie per superarla. Da sempre uno degli obiettivi principali di questa rivista è la divulgazione di un pensare ed un realizzare l‘architettura capace di esprimere le evoluzioni, i cambiamenti e le innovazioni della contemporaneità come fonte di ispirazione e come presa di coscienza. Sentiamo dunque il dovere con le nostre scelte editoriali di dar voce a tutta l‘architettura contemporanea. Ci sono poi ulteriori motivazioni che ci spingono alla pubblicazione di questo numero. In primo luogo c‘è da osservare che il dibattito sull‘architettura progettata da donne si sta intensificando negli ultimi anni, ed in generale le questioni di genere sono sempre più discusse, in quanto una vera uguaglianza fa fatica a prendere forma, non tanto in abito giurisdizionale quanto nella vita quotidiana di tutti noi. In secondo luogo riteniamo di non poter omettere nelle nostre pagine una parte dell‘architettura che esiste, possiede valore e merita dignità; ma soprattutto, consapevoli della capacità ispirazionale dei progetti che pubblichiamo, vogliamo creare l‘abitudine nelle nuove generazioni a considerare quale fonte del proprio nutrimento creativo anche l‘architettura realizzata da donne. Un‘ulteriore questione che ci siamo posti è come interpretare questo pensiero profondo nelle pagine a nostra disposizione. Abbiamo ideato una struttura editoriale apposita per questo numero, in cui il tema viene presentato sotto forma di dibattito. Ad una prima lettura, come sempre, troverete un‘antologia di progetti, un‘accurata selezione in cui ancora una volta l‘architettura è vera protagonista e continua a parlarci tramite immagini e disegni. Ad una lettura più approfondita, noterete la sfaccettatura dei punti di vista che vi proponiamo. Il valore di questo numero è nel sostenere e riportare la voce alle architette, nel creare un dialogo, nel portare alla luce problematiche e nel dimostrare che le capacità appartengono agli individui e non sono retaggio di categorie. Ciascuna architetta interpellata ha espresso in piena libertà il proprio punto di vista sul tema offrendo gli indizi per una riflessione generale sulle questioni di parità di genere. Ho sentito spesso la domanda “Dove sono le donne in architettura?“; Area oggi ne mostra una piccola parte con l‘intento di iniziare a scrivere di loro e raccontare le loro storie uniche. Dobbiamo richiamare l‘attenzione sui problemi sistemici del settore che si perpetuano e impediscono a molte donne di salire di livello: le architette a capo di studi o le direttrici di dipartimenti universitari o le manager di aziende nel settore delle costruzioni sono ancora troppo poche, ma parlandone ed esaltandone il lavoro, creeremo dei riferimenti fondamentali per coloro che si apprestano ad intraprendere la professione di architetto. Il nostro contributo divulgativo si propone di amplificare la voce delle donne in architettura, renderle icone di una professione che in larga percentuale è svolta da loro, ma che fino a questo momento le ha lasciate in disparte. Mobilitare, diffondere conoscenza, costruire un sano dibattito e sostenere uomini e donne all‘interno dell‘architettura. Non credo che questa sia l‘unica soluzione, ma è l‘indirizzo che abbiamo il dovere di perseguire.
Laura Andreini
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