Rivista internazionale di architettura e arti del progetto marzo/aprile 2020
Il valore dello strutture per lo sport in tempo di emergenza
Come i lettori di Area sanno bene la redazione prepara gli argomenti della rivista con largo anticipo sull’uscita al fine di poter realizzare un lungo e approfondito lavoro di ricerca sul tema individuato. Questo numero dedicato all’evoluzione dei luoghi e delle architetture per lo sport era accompagnato, come sempre, da una presentazione di introduzione all’argomento in modo da fornire, oltre una descrizione del quadro generale, una sintesi sui contributi scientifici individuati. E come – a mio giudizio – opportunamente accade, gli interessi, gli studi, le conoscenze, tanto del direttore quanto della redazione, arricchiscono sul piano culturale l’offerta della testata, parimenti si palesa una linea editoriale incentrata sulla sperimentazione e su vicende che, tratte da esperienze sul campo e sul cantiere, sfociano spesso nell’autobiografia.
Per tali motivi, al momento di andare in stampa, ho sentito il dovere di riscrivere queste brevi note poiché alla data attuale il mondo è stato attraversato e stravolto da una inaspettata quanto velocissima pandemia che mi costringe a modificare il testo in essere per aggiungere alcune indicazioni di carattere assolutamente personale ma che mi auguro condivise. Si tratta di una esperienza, quella del contagio generalizzato e della chiusura delle attività non indispensabili, che non può lasciare nessuno indifferente perché di colpo ha presentato al mondo il conto durissimo degli effetti della globalizzazione sostenuta da una fragilità complessiva di un sistema in grado di far crollare qualsiasi certezza precostituita. Probabilmente occorrerà per tutti – e tra i primi coloro che hanno la responsabilità di disegnare fisicamente l’ambiente in cui viviamo – ripensare ai paradigmi e alle convinzioni precedenti questa triste contingenza poiché molte valutazioni e necessità cambieranno. Mentre scrivo mi sforzo di tornare al tema e provare a dimenticare le preoccupazioni che ci circondano ma si tratta di un’operazione impossibile pertanto meglio tentare di trarre spunti positivi e insegnamenti efficaci dal mondo e i luoghi dello sport provando a capire se esiste un nesso tra ciò che accade e ciò che stiamo indagando. Sul piano fisico esperienziale tra i complessi sportivi e le attuali condizioni di isolamento esiste una totale lontananza poiché gli edifici per lo sport sono generalmente strutture pensate per la vita aggregata, quindi si tratta di luoghi per definizione dedicati agli assembramenti, mentre in questo momento è necessario considerare l’isolamento come l’unica “cura”, ma forse è più opportuno dire strategia, disponibile. Mai come in questo momento comprendiamo pertanto l’importanza e il significato della comunità, dello stare assieme, delle emozioni, degli spettacoli collettivi e il senso delle città e dell’abitare come una necessità per l’uomo che si esplicita in una costante propensione a vivere e condividere con gli altri le proprie passioni ed esperienze. Con certezza sono i valori dello sport come disciplina ad indicarci una via utilissima per l’oggi, ed in particolare l’unità di intenti e di coordinamento comportamentale oltre al significato profondo della parola solidarietà. Per le considerazioni di cui sopra inoltre molti dei nuovi e più attuali complessi sportivi sono edifici urbani plurifunzionali che consentono una fruizione articolata e continuativa. Si tratta in definitiva con ottimismo e lungimiranza di essere solidali e rispettosi delle regole di autoisolamento per tornare prima possibile alla fruizione dei nostri desideri.
Marco Casamonti
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