Rivista internazionale di architettura e arti del progetto marzo/aprile 2019
Recreational office spaces
Area ha già trattato a più riprese il tema riguardante gli ambienti dedicati al lavoro ed in particolare degli spazi per il terziario che più banalmente individuiamo come edifici per uffici. Questo perché occupandoci di architettura e design e quindi dei luoghi dell’abitare non possiamo non riconoscere che la maggior parte del tempo trascorso da ciascun individuo attivo si svolga all’interno dello spazio lavorativo. L’ufficio è in definitiva la vera casa per molti. Partendo da questo semplice assunto non possiamo altresì non riconoscere che la nostra qualità della vita dipenda in maniera diretta dalla qualità e le caratteristiche degli ambienti in cui ciascuno trascorre la parte più cospicua della propria esistenza. Al contempo è ormai acclarato che la qualità e l’efficienza del lavoro dipenda in maniera altrettanto diretta dalla soddisfazione e dal gradimento per ciò che facciamo e quindi, circolarmente, dalla qualità dei luoghi in cui svolgiamo le nostre attività professionali. Questa tendenza verso una dimensione domestica dello spazio ufficio sembra contraddire solo apparentemente una ipotesi efficientista e iperfunzionalista dei luoghi di lavoro giacché ormai questi sono anche i nostri luoghi di riflessione, di incontro, di dibattito e perché no anche di svago. Si è ormai compreso che per migliorare l’efficienza nel lavoro occorra migliorare le nostre condizioni generali di vita consentendo a temi quali il benessere, l’accoglienza, lo scambio di esperienze, il confort, il senso di appartenenza, di entrare all’interno dei luoghi di lavoro modificandoli profondamente. Pertanto alla semplice collezione di scrivanie e di schermi i progetti più aggiornati contrappongono tavoli condivisi, stanze per incontri collettivi e/o per piccoli gruppi, ambienti per il ristoro fisico e intellettuale, oltre un’immagine che ricerca l’originalità e la capacità di allontanarsi tanto dall’anonimato quanto dalla massificazione e banalizzazione degli spazi sia interni che esterni. Deve inoltre aggiungersi che i luoghi di lavoro non rimangono indifferenti ai cambiamenti culturali generali appropriandosi inevitabilmente di tematiche legate all’ambiente, all’ecosostenibilità, al risparmio energetico, alla riduzione di ogni forma di inquinamento, da quello dell’aria che respiriamo a quello acustico o elettromagnetico. Osservando dal punto di vista architettonico, tecnologico e costruttivo gli esempi più avanzati sembra evidente quanto il mondo dell’impresa abbia ben compreso il valore della ricerca progettuale nell’ambito del terziario affidando alle specifiche capacità progettuali un ruolo più importante e decisivo rispetto al passato. Di fronte a questa responsabilità gli architetti, ma più in generale ogni progettista, non può che mostrare convinta soddisfazione e rinnovato impegno.
Marco Casamonti
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