Rivista internazionale di architettura e arti del progetto maggio/giugno 2012
La via della sostenibilità
Esistono termini che definiscono semplicemente oggetti o situazioni, altri che si limitano a descriverne le caratteristiche aggettivandole, altri ancora, come ormai universalmente riconosciuto per il termine sostenibilità, in grado di svelare scenari ampi e profondi, indispensabili per la qualità della vita, necessari per la sua dimensione culturale ed etica. Il concetto stesso di sostenibilità, che fu formulato per la prima volta nel 1987, ha ormai esteso il suo significato ad ambiti trasversali rispetto ai diversi ambiti industriali e disciplinari: da quello economico e sociale a quello ambientale. Come è noto, gli accordi di Kyoto hanno sancito l’estrema necessità, da parte dei governi mondiali, di una nuova responsabilità, industriale e produttiva, finalizzata alla creazione di condizioni di vita e di lavoro incentrate sulla ricerca di modelli operativi a basso impatto ambientale. La consapevolezza generalizzata dell’emergenza climatica connessa all’inderogabile volontà di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, una delle cause primarie dell’innalzamento globale delle temperature, ha ormai conferito al termine sostenibilità una dimensione necessaria per l’esistenza stessa della vita sulla terra. Dopo anni di consumo, non controllato, di qualsiasi tipo di risorsa ambientale, a partire dal territorio, si è finalmente consolidata anche nell’opinione pubblica l’idea che non esista sviluppo e quindi benessere, senza un equilibrato rapporto con l’ambiente ed il contesto che ci circonda. Le previsioni sull’incremento demografico relative alla popolazione mondiale, le quali indicano che entro il 2050, due terzi degli abitanti della terra saranno concentrati nelle aree metropolitane, e la consapevolezza che più del 35% dell’energia prodotta nel mondo viene utilizzata per il soddisfacimento delle esigenze legate all’abitare, hanno coinvolto l’architettura in una opera di rifondazione culturale e riflessione sui valori e i bisogni connessi alle attività umane. Architettura intesa, non in senso strettamente disciplinare, ma in una accezione più ampia che muove dal paesaggio alla città, fino all’edificio, alle tecniche e i materiali da costruzione. In estrema sintesi, l’orizzonte delle azioni legate alle modificazioni del contesto naturale ad opera dell’uomo, attraverso la sua incessante opera di costruzione di infrastrutture e manufatti necessari alla quotidianità contemporanea, ricopre un ruolo fondamentale nella ricerca di quel delicato equilibrio che riconosciamo nel termine sostenibilità; un equilibrio che significa rispetto delle diversità, attenzione nell’utilizzo delle risorse naturali, ricerca tecnologica nella produzione di energie derivanti da fonti rinnovabili connessa alla capacità di recuperare stili e modi di vita precedenti la scoperta e l’utilizzo dei combustibili fossili.
Marco Casamonti
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