Rivista internazionale di architettura e arti del progetto marzo/aprile 2012
Architettura per l’industria
L’edificio industriale per sua natura è considerato parte integrante del ciclo produttivo, di fatto una delle poche tipologie edilizie il cui valore è misurato più in termini di bene strumentale che non in termini immobiliari. In particolare nella grande industria la costruzione dell’edificio segue le esigenze logistiche, distibutive e volumetriche dettate dalla produzione mentre destino e ruolo dell’architettura risultano oggi direttamente collegati al valore percepito, da parte del mercato, del prodotto stesso. In effetti la tendenza che sembra modificare il significato dell’involucro edilizio oltre al modo e le caratteristiche con cui l’edificio si insedia nel territorio, segue le richieste di una competizione globale per la quale, specialmente nelle attività industriali in cui la conoscenza del marchio e della cultura aziendale costituisce un plus trasmissibile, si rende necessario marcare un differenziale visibile rispetto alla concorrenza. E poiché la comunicazione ha assunto un peso assolutamente preponderante rispetto al passato nel decretare successi o insuccessi di un determinato bene di consumo, i luoghi e i modi di produzione sono entrati al pari del design, del confort, del packaging, nel circuito della qualità percepita dall’utente contribuendo ad orientare le scelte dei consumatori. Per questa via, al di là della consistenza fisica e qualitativa dell’oggetto o del bene prodotto, sono divenute importanti la filosofia aziendale, il rispetto dei lavoratori e le loro condizioni di vita e operative, la salvaguardia dell’ambiente ed il consumo di energia e quindi di risorse, la produzione di emissioni inquinanti, l’immagine complessiva dell’azienda, la provenienza della materia prima, ecc. In questo scenario il termine fabbrica appare riduttivo e non esaustivo rispetto alla complessità del processo e delle realtà industriali contemporanee e poiché produrre significa progettare, ingegnerizzare, testare, assemblare, costruire, pubblicizzare, esporre e commercializzare un determinato prodotto forse sarebbe più opportuno parlare di campus industriali; di luoghi multifunzionali che sappiano rappresentare l’essenza e la sostanza dell’azienda. Luoghi a cui l’antico anonimato toglie la necessità di continuare ad essere, come sottolineato inizialmente, un bene principalmente strumentale, prendendo atto che, nel mercato globale contemporaneo, gli strumenti sono cambiati.
Marco Casamonti
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