Il progetto pilota per la nuova “Rua del caffè” a Paraíso de Chabasquén,in Venezuela, rappresenta l’occasione per intervenire in un’ampia porzione di territorio di circa 100 ettari collegando in un vero e proprio parco pilota percorsi turistici e ricettivi legati al mondo del caffè con diverse produzioni locali come il miele, l’allevamento degli agnelli e la coltivazione degli alberi da frutto. L’area, che si estende per circa 1 km di lunghezza e 400 metri di larghezza, è concepita come parco didattico basato su strategie prettamente sostenibili e volto ad avvicinare il visitatore alla tradizione e alla storia locale, oltre che al paesaggio naturale.
Il percorso principale di accesso all’area, superata una zona residenziale ospitante case monofamiliari liberamente disposte, raggiunge l’ingresso vero e proprio dove un parcheggio scambiatore consente di lasciare la macchina e di raggiungere a piedi, in bicicletta o con mezzi elettrici il resto del parco. Una vicina area servizi destinata all’accoglienza e al ristoro dei visitatori offre un ampio panorama verso il verde nel quale sono dislocati una serie di padiglioni e attrezzature di supporto alle funzioni turistiche e ricettive, come il resort, il percorso sportivo che costeggia i laghi artificiali, l’area della spa e il vicino centro didattico.
Le funzioni primarie sono collocate all’interno di semplici edifici costruiti con tecnologie a secco, flessibili a possibili modifiche e ampliamenti, dotati di ampie coperture curvilinee estroflesse realizzate in bambù, concepite per proteggere dai lunghi periodi di pioggia e dai forti raggi di sole dell’estate.
Tutti gli edifici sono il risultato dell’utilizzo di tecnologie e materiali autoctoni facilmente reperibili. Le residenze hanno una struttura puntiforme in acciaio, tamponamenti in “dobe” ed infissi in legno; queste, a pianta quadrata di 7 metri per 7, sono disposte su due piani rialzati su una struttura di pilastri-alberi che le fanno apparire come palafitte, al fine di renderle salubri in rapporto ad un terreno spesso umido e scosceso. Ciascuna di esse è provvista di almeno 12 mq di pannelli denominati ibridi, sommatoria del solare e del fotovoltaico, capaci di produrre acqua calda e al contempo energia elettrica per almeno 2 KW /h.
Ogni edificio funzionale, invece, è provvisto di un kit di raccolta delle acque piovane e di un sistema di pannelli ibridi.